Archivio | ottobre, 2012

Prossima stazione: Barcellona

23 Ott


Mi chiamo Sally, sono nata a Torino nella calda estate del ’90. Sono cresciuta nel Monferrato, tra l’avvolgente tranquillità delle mie colline e il profumo dei Krumiri che ti entra nelle vene.

Il primo treno che ho preso è partito dal Liceo Linguistico G. Lanza, le fermate me le ricordo tutte: Regno Unito, Stati Uniti, Australia; tante valige che mi hanno fatto portare a casa una minuscola parte di mondo. Nel 2009 il treno ha cambiato rotta, si è fermato a Udine, lasciandomi il tempo di prendere una laurea in Mediazione linguistica e interculturale; ma da lì, il viaggio è continuato verso un’altra destinazione…

Barcelona, 19 de Octubre de 2012

Un anno fa mi sono innamorata, lavoravo come stagista per un’agenzia di traduzioni e mi sono completamente innamorata. Appena messo il naso fuori dall’aeroporto è stato subito un colpo di fulmine. Non si tratta di un “lui”, tutt’altro, è una “lei” mozzafiato: Barcelona. Sono bastati tre mesi scarsi, passati a scartabellare montagne di scartoffie, per convincermi che quello era e continua a essere l’unico posto in cui volevo e voglio stare.  Ho incrociato le dita per tutta l’estate e il destino ha voluto che l’Universitat Pompeu Fabra abbia accettato la mia richiesta di ammissione al Master in Traducción literaria y audiovisual.

Sono partita, o meglio, sono tornata per essere felice.

Com’è Casale vista da li?
Casale è il volo Ryanair delle vacanze di Natale, è il “al solito posto, solita ora” che poi finisce sempre in Piazza Castellocon gli amici di una vita. Casaleè la crostata della nonna, è la mia famiglia; ma soprattutto, è il germoglio che dopo aver preso la pioggia è cresciuto, diventando l’alberello che forse, nelle prossime primavere, riuscirà a dare buoni frutti.

Un messaggio a chi parte?
Viaggiate. Viaggiate molto, moltissimo! Quando vi sembrerà di aver visto abbastanza, ripartite. Portatevi solo l’indispensabile: l’umiltà di avere nuovi occhi e la curiosità di tenerli sempre ben aperti. Il resto, lo conquisterete strada facendo.

ll sole svanisce lento sullo sfondo della Platja de la Barceloneta, le luci si accendono con una scia interminabile di colori, la Tor Agbar vestita di rosso e di blu, cattura lo sguardo di un passante.
Lì c’è la Rambla, con il suo andirivieni costante di passi, di gente, di storie, ma  ormai è sera. La città rinasce piano piano; in altri luoghi, altri locali, con altri passi, altra gente e altre storie.

Maastricht: cuore dell’Europa

16 Ott

Mi chiamo Matteo, ho 24 anni, sono nato e cresciuto nel nostro Monferrato.
Ho studiato Giurisprudenza a Torino e dopo la laurea, ad aprile, ho deciso che era tempo di fare la valigia e andare a conoscere un altro pezzo di mondo.


Dove sei oggi?
Oggi sono a Maastricht, Paesi Bassi – perché la prima cosa che ho imparato è che non si chiama Olanda e un giorno scriverò perché – per un Master in Diritto dell’Unione Europea.

Hai già fatto esperienze all’estero: cosa ti aspetti da questa?
Nel 2010 ho passato sei mesi di Erasmus ad Anversa, Belgio. Oggi mi aspetto di innamorarmi di un’altra media città del nord-Europa, nonostante il freddo, la scomparsa della luce in inverno, i discutibili gusti gastronomici. Più seriamente, sono tornato qui, nel cuore dell’Europa, per studiarla meglio e capire quali opportunità possa offrirmi in futuro.

La tua prima impressione di Maastricht.
Un classico luogo comune sui Paesi Bassi: biciclette, ovunque!

Una città di incroci, confini, Belgio a sud e a ovest, Germania a est, una città in costante movimento, anche grazie alle migliaia di studenti internazionali, nonostante le dimensioni ridotte.

Com’è l’Europa vista da lassù?

Qui è nata l’Unione Europea, vent’anni fa. Qui l’Europa è ancora opportunità, scambio, apertura: niente dogane, niente cambio moneta, persone che si muovono liberamente, mescolanza di identità e linguaggi. Si vive l’Europa come un qualcosa che ti appartiene e non come un obbligo imposto dall’alto. Qui è più facile capire perché l’Unione Europea ha vinto il premio Nobel per la pace proprio la scorsa settimana.

Com’è … Casale, vista da lassù?
Una radice. Uno luogo che ci vuole, perché prima o poi si torna a casa, anche se solo di passaggio. Da lontano anche gli angoli più acuti vengono smussati, si può sentire perfino la mancanza della nebbia.

Lascia un messaggio a chi resta in Patria:
Teniamoci in contatto! Oggi le possibilità di condivisione e scambio, in entrambe le direzioni, tra chi parte e chi resta sono pressoché infinite (nonché gratuite, che è una gran bella rivoluzione), credo che da questa virtuosa interazione possa nascere qualcosa di positivo anche per il nostro territorio. Per questo ho creduto fin da subito in questo strumento, che insieme a Stefano abbiamo lanciato qualche mese fa.

Lascia un messaggio a chi vuol partire:
Non mi piace dare consigli, ma posso usare questa metafora: mettete qualcosa nello zaino, ma non riempitelo del tutto. Che significa, partite portandovi dietro un pezzo di voi, di Casale, dell’Italia, ma lasciate spazio per quello che vi arricchirà una volta arrivati a destinazione. Scambiate pezzi d’Italia con pezzi di Turchia, Bolivia, Mongolia, o qualsiasi posto nel mondo: ne verrà fuori un’ottima zuppa!